“A otto anni volevo essere Maradona. Sono diventata Patrizia Panìco, ma prima di tutto sono stata Bruscolo. E questa è la mia storia.”

La giornalista Valeria Ancione ci regala in forma di libro i sogni e le prime fasi di vita di Patrizia Panìco, una fuoriclasse del calcio italiano che attualmente allena la Nazionale Maschile Under 15.
Il calcio era ed è la sua vita. Da quando nasce e identifica la pancia rotonda della mamma come il guscio perduto che ritroverà solo dando i primi calci ad un pallone nella periferia di Tor Bella Monaca, una borgata “in una città grande e dispersiva come Roma, preoccupata della sua bellezza e disinteressata nei suoi confronti”.
Il pallone è un Super Santos, si gioca per strada in campi improvvisati e i maschi la fanno da padrone. Ma Patrizia non molla, insegue il suo sogno di diventare calciatrice e ci riuscirà fino ai massimi livelli.
Per lei il pallone è uguaglianza ed è questo il motivo per leggere e far leggere questo libro: il calcio è vita, incontro trasversale.
Ora che ci sono i Mondiali di Calcio Femminile e i riflettori sono accesi su fantastiche atlete, questo libro ci permette invece una riflessione a lungo termine, quando le luci sull’evento si saranno ormai spente.
Perchè parla di orgoglio femminile quel preciso sentimento che permette ad una bambina, una ragazza, una donna di fare le cose a modo suo. E così facendo toglie fuoco alla dinamica dell’antagonismo, del confronto di genere, di un’insana e improduttiva competizione che ancora caratterizza il mondo dello sport e il mondo in genere.
La Panìco parla di un “trasversale arricchimento”: ed è questo il motivo per cui dai 10 anni in poi tutti possono leggere questo libro.
Questa storia è una bella avventura che finisce bene e ci incoraggia a percorrere la strada che c’è ancora da fare. Non c’è tempo da perdere!